martedì 8 settembre 2009

L’Impossibile

La voce che cerchiamo
una canzone mi porta voci da mondi invisibili


qualcosa succede nell’invisibile, nell’oscurita’
(o meglio, accade nonostante i nostri occhi chiusi)

un’arrivo (qualcosa impedisce la cieca volonta’)

simplex complex
l’elemento perturbatore e’ lo sconosciuto
che entra nel conosciuto

portare lo sconosciuto nella vita
significa portare la morte
e’ l’assassino!
e’ l’assassino!
uccide con la voce

portare lo sconosciuto nel sistema spettacolo
e’ riscoprire lo spazio sacro
e’ prendere il toro per le corna

il non previsto e’ servito
I am going to prouve the impossible really exists (Bj)

e’ dunque l’esperienza dell’impossibile simile al piu’ grande pericolo

dimenticare la paura della vita
per poter saper sempre quello che succedera’
(es: quando guardiamo un film dell’orrore e sappiamo di cosa si tratta)

la prospettiva crea l’interruzione
una sala molto profonda che diventa muro

e’ perche’ ci aspettiamo di vedere
che ci obbligheranno ad esser ciechi (in piena luce)

creare l’aspettativa: nessuno ha qualcosa da perdere.
Tutti hanno tutto da perdere. vuoto a perdere.
Molta aspettativa, molto ancora,la situazione si fa grave.
Pericolo per noi stessi e per tutti gli altri. fonte dell’estasi.

Estasi e’ l’handicap, e’ l’ Idiota, c’est a dire colui che non pensa come “si” pensa.

si produce il corto-circuito

momento di apertura del vaso di Pandora
perche’ e ‘ la curiosita’ a tradire l’uomo
la possibilita’ di ritrovarsi di fronte a tutto cio’
teatro senza pubblico-rappresentazione senza spettatori (c.b.)
cio’ che succede nella stanza del delitto (woitzec)

Termina il teatro l’atto e’ successo
un’eco terribile, un suono
uscito dall’oscurita’, ma che potrebbe esser anche in piena luce,
una luce che uccide, con assenza di ombre, la’ e’ il terribile al suo zenith
come uno specchio che riflette il sole, riflette la luce, e l’uomo si trova dietro,
dall’altra parte, pericolo, fuoco, armi

rapporto con il viaggio (verso l’impossibile, verso lo sconosciuto,verso l’indicibile)
con il trasportarsi, l’uscire da, le entrate e le uscite, la deambulazione
tutto cio’ che e’ diverso, e’ dio (CB)
di qui il capovolgimento, il girare il coltello verso se stessi
raccontare a qualcuno
scivolare verso lo strano

Qualcuno interpellato da “cosa stai facendo” (qu’est que tu fais?)
ma il meccanismo e’ necessariamente incomprensibile
per il testimone-vittima
che non potra raccontare

un gioco difficile,

di qui il giudizio e il “ ah guarda come si rotola e getta!"
Perche’? nè per un dio, nè per l’altro,per niente!
Il qualcuno e’ obbligato a rigirare il coltello e andare verso qualcosa su cui non puo’ contare
un’allegoria senza chiave ne’ serratura
kafka-essere dentro, ma senza significato, senza parola d’accesso

qual’e’ il senso dell’estraneo, del luogo straniero?
porsi il problema del luogo dell’ estraneo
ancora una volta, la musica

creare un’eco
monologhi
amplificati fino alla sparizione

about the bird
the bird must fall down, he's not free anymore, he's on the ground, god's on the ground, sulla terra
di qui il cominciamento

rappresentazione e movimento
il teatro piu’ vicino al cimitero
il cimitero ritrova centralita’ tra la chiesa e la fabbrica
un bassorilievo che si muove, con perdita di profondita’-

I morti esercitano la propria centralita’
come carne lasciata al sole
che si putrifica
le ossa come strumenti
non luogo e’ il luogo abitato dalla morte
e’ l’eccesso di vita
immobilita’-tragedia, gli attori immobilizzati, fissati
quasi dei disegni che si muovono
qui ancora rappresentazione sacra che e’ morte (l’immagine della morte)
l’ipostasi, la cosa piu’ importante non puo’ esser vista
essa e’ un di dietro, un retro, un rovescio, un non visibile, o il niente da mostrare

e’ la danza in piena luce che disegna un labirinto, dove l’uomo diviene catastrofe

perche’ mostrare il divertimento
deus ex machina
deus ex machina
l’immanenza
decadenza (la differenza diventa sottile)
la stessa cosa del fallo-fascino-charme
il velo gettato sul fallo

delle cose terribili son dette, intervallate da risate (divine?)
il dio che parla per niente, che scherza
per questo inascoltabile

la pelle che s’apre
il corpo che s’apre
ancora, amplificato fino al nulla

non possiamo parlare con la voce di dio se non quando spalancati, strappati,

il grande teatro incomprensibile di C.B.
le genti che non devono comprendere
ma esserne comprese
per non uscire piu’

riprendere il gesto iniziale e girare la schiena

entrare in un discorso e’ entrare in un discorso gia’ comiciato
nè inizio nè fine
tu entri
e sei gia’ nel mezzo
e’ l’idiota

e’ il viaggio, tempo necessario al deciframento

non possiamo leggere che attraveso il tatto- esser ciechi
lo sguardo diviene ascolto

blocco nel sistema di comunicazione, dei segnali inviati

e’ l’occhio che proietta la sua danza
violento,
lascia la gente nell’ imbarazzo

giocare-recitare-suonare sulle frontiere
la frontiera, la zona limite, e’ l’uomo
il tuo limite e’ la vita
il tuo limite e’ la carne

trasformarsi in idioti- uscire da se’ (estasi per render possibile la melodia)
non nello stesso istante
di qui l’importanza della successione (la stessa melodia, ma una voce dopo l’altra)

come un’ossessione, cio’ che eccede, attraverso il suono, attraverso la voce-
c’e’ della fatica,
lo scoramento dell’attesa, lo sfondamento all’interno dell’ impossibile battaglia di rapporti di contiguita’

non parliamo piu’ di parola, ma di voce

triiriririririririririririrtriririrtririritititriririririririritutittiiriiitititiiiiiiitraaaahahahhhhahhhahhhahhahahahahah(rumore bianco-luce insostenibile)

1+1+1+1+1(polloi-plurale)pollas-multiplo di-moltiplicare per

prospettiva-caverna (tracciarle,le voci, immaginarle)
rompere il calendario, il calendare (messaggio d’apocalisse =ci sara’ una nuova era)

discernere nel caos qualcosa nel centro, in-tra una distanza che si proietta su qualcosa di piatto (teatro d’ombre)
qualcosa che succede nella lontananza, altrove, che si muove in uno spazio che non e’ reale

Entrare in un luogo oscuro ad occhi chiusi,
un luogo scuro non e’ sufficiente, bisogna chiudere gli occhi
bisogna avvicinare lo sguardo
“il grande bluff del cinema” che conforta l’idea del tempo lineare

trattare la pellicola come la pelle (c.B)
lavorare nella dimensione del tempo,
con il problema dell’entrata all’inizio e l’uscita alla fine
il cinema c’inganna, e’ il nulla, il mostrabile,
farla finita con il tempo lineare, una volta per tutte (lo uccidiamo perche’ non possa ritornare)

vuoto

l’animale.il bue.il toro ha l’occhio nero
appare e scompare
ossessione degli occhi e ancora il terribile
del cadere nell’occhio
e sono gli occhi a dire “e’ terribile”
sono gli occhi ad aver paura

l’impossibile
cio che non puoi avere, che non ha prova, che non e’ li', che non si manifesta

l’aspettativa, e’ l’ angoscia, il fatto di portare due occhi incastonati nel cranio

non siete stati invitati-o invitati per l’omicidio
partiamo dunque dall’atto in quanto realta’, lo scritto viene a seguito

un gioco difficile, c’est a dire un’orizzonte di attesa di cio’ che non e’ recitabile-suonabile
L’impossibile, cio’ che prende fondamento su ragioni decisive
di qui il difficile del gioco, perche’ l’atto ha gia’ avuto luogo
dunque inrecitabile-inadattabile

non puoi cadere due volte dalla stessa finestra

un linguaggio che si autoscardina
che tradisce il proprio fondamento
e dice il non dire
babele
babel ba ba babelar babel

impossibile quindi certo (wit.)
si continua per parlare di cio’ che sta dietro
delll’angoscia di mostrarsi

flagellazione del cristo (stesso nome ma si parla d’altro)

rapporti geometrici
il cielo e il viso sono mostrati ma non visti
(il suono che sta in Piero DF, il suono che sta prima dell’atto)

il fondo, l’attorno, il dentro, c’est a dire cio’ che non e’ bianco e l’unica cosa rappresentabile

il coltello che si rigira,
la CAMERA OBSCURA
se apriamo la scatola, la foto si distrugge
una scrittura di luce uccisa dalla luce stessa


l impossibile battaglia
l’handicap

l’impossibile processo di tortura
l’handicap

prospettiva della pena di morte descritto da Dostojevskj (l’Idiota)

Avvenimento che non viene raccontato, che non viene nemmeno pronunciato

Ma raccontiamo la vera storia
un momento di verita’ incomprensibile

Esperienza dell’eccesso, di cio’ che eccede i sensi

perche’ c’e’ ancora un problema con la maschera

Edipo vittima assoluta
porre il problema del canto
impossibile- nessuna firma-soffio di vento
termini tecnici : residuo, scossa, cluster, frittura, puzzle, non importa quale, eccitazione,
sfregamento, schiaffo, lesione, suono bianco)
qui ancora irrapresentabile-
puoi sempre chiedere al vento di suonare, vedrai bene che ti rispondera’

ritmo assegnato alla parola, il mito assegnato alla voce
mito che e’ voce

lo strumento e’ sacro (il coltello, il violino, l’osso)-dio e’ il coltello-
quando l’uomo maneggia il coltello e si vede dio
la presenza e’ il non
quindi rumore di oggetti senza un agente

Lo strumento e’ cio’ che resta, la sola cosa possibile, l’atto divenuto scultura, il sacro divenuto reliquia (oggetto)
per esempio, menzioniamo lo strumento, qualcun altro potrà trovarlo

Sola cosa possibile e’ lo spazio vuoto, uno spazio non occupato, in cui gli strumenti fantasma arrivano planando
qualche cosa succede, irraggiungibile

nulla vi ha a che fare, c’e’ dunque un suono, le voci sono talmente tante da divenire una

la sola cosa possibile e’ dunque il canto

la sala si trova nell’oscurita’ e il canto la inonda del suo eccesso
un troppo di liberta’

luce che ristagna sul nulla della scena
poi intendiamo
l’aspettativa
l’attesa
e l’oscuro la comprende

poi le voci

ghigliottina+colpo di coltello (L’idiota, Anatoli Vassiliev)

la scena e’ sempre vuota-non c’e’ piu’ scena, diviene istrumento fantasma=il suono, le voci

la scrittura e’ messa nell’indecifrabile

invitar qualcuno al suo proprio omicidio, alla sua propria morte, ad esserne invaso
il momento della morte
l’assassino è accanto a te-ma sparisce
un momento, qualcuno potrebbe cadere nella follia e quindi raccontare la propria morte
egli visse la propria morte

e’ il minuto della comprensione
il minuto degli omicidi, dell’autodistruzione, del gesto, del grido

strumenti fantasma possono planare su uno spazio vuoto

il coltello diventa strumento fantasma- sei ucciso dalla vita
non importa cosa puo’ succedere

il canto del lavoro, il canto della tragedia, il canto il melos

il melos cio’ che non puo’ essere scritto

interpretazione della caverna
inversione, la scena illuminata normalmente e’ qui spenta, e’ qui che portiamo il pubblico verso l’uscita, li portiamo verso l’inconsolabile, all’impossibile del pubblico

volontà di rappresentare diversamente

tutto il mondo deve essere testimone della morte. tu stai per morire.tu come gli altri, gli altri guardano questo passaggio: sei tu che stai morendo,ma gli altri restano. tu sei l’ultima persona a saperlo, ti vedi strappare il significato della tua propria morte. in questo momento divieni qualcuno.

la catastrofe

la scena si strappa
all’infinito

ogni volta, si rischia la catastrofe

sei tu ad essere suonato
sei tu ad essere recitato, e questo e’ difficile
cosa dice la vittima di fronte alla morte?

per arrivare all’eccesso, bisogna toccare il limite
(la macellazione-joice)

importanza dell’estasi
partizione-rettangolo,troubadours

Da notare che il principale tentativo del canto in quanto citato precedentemente in finnegan’s wake

tendenza passiva a credere ai propri accusatori

melodia, tutto insieme, e’ qui che si gioca il sacrificio
la stessa cosa cantata da una voce e poi dalle altre, poi ancora una
imitazione, melodramma

La legge procede dalla paura della crisi

poi la voce, le voci, le voci
in suono viene ad uccidere, l’invisible uccide, dunque sei obbligato ad uscire da te stesso
c’e’ l’estasi in uno spazio imposto culturalmente
al momento, dobbiamo uscirne
quando le luci si spengono, il pubblico si aspetta un inizio, un’inizio che non arriva perche’ l’abbiamo sorpassato, di qui la fatica, poi l’impero del mezzo.
nessuna fine, ogniuno decide la propria uscita di scena
che tu voglia o non voglia aspettare


Prima gli atti, poi gli scritti, poi le voci: giocare il gioco, tutto e’ raccontato allo stesso momento.

LE VOCI, LE VOCI, LE VOCI.

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